Рассказы облегчённого чтения (А2-В1) - страница 6
Salvatore alza la saracinesca del laboratorio e apre la porta con le chiavi. Il laboratorio è la stanza in cui il pasticcere cucina ed è solitamente adiacente al negozio vero e proprio, in cui uno o più commessi si occupano di servire i clienti.
Lui e Ciro entrano e riabbassano la saracinesca, così possono lavorare indisturbati. Salvatore accende le luci e mette a scaldare i forni. Zio e nipote si sfilano i cappotti, si lavano le mani e indossano grembiule, guanti e cappelli. L’igiene è molto importante quando si lavora nell’ambito alimentare e ci sono delle norme da rispettare, come quella di legarsi e coprirsi i capelli quando si cucina.
Oggi Salvatore vuole insegnare a Ciro come si prepara il gelato. La sua pasticceria infatti vanta anche un ottimo reparto gelateria e la domenica è il giorno in cui si vendono più dolci.
Salvatore ha un ricettario molto vecchio che usa sempre quando lavora con Ciro. Lui ormai conosce ogni ricetta a memoria e non ha bisogno di controllare dosi né tempi perché svolge questo lavoro da parecchi anni. Ciro, invece, ha bisogno di dare qualche sbirciatina qua e là per essere sicuro di non sbagliare
“Allora, Ciro, oggi prepariamo il gelato”, dice Salvatore. Apre il frigorifero ed estrae gli ingredienti per preparare la base: “Ovviamente l’ingrediente base del gelato è il latte, che fornisce le proteine, una parte dei grassi e un po’ di zuccheri. La panna serve ad integrare i grassi mancanti e i magri del latte, ovvero il latte in polvere e le sue proteine, integrano le proteine mancanti.”
“Ma se si tratta di un dolce, perché è necessario integrare grassi e proteine?” domanda Ciro.
“I grassi svolgono una funzione estetica”, risponde Salvatore: “Rendono il gelato più soffice e brillante, ma non ne alterano il sapore. Le proteine invece sono necessarie per assorbire l’acqua in eccesso. Il latte infatti contiene una grande percentuale di acqua. Quando l’impasto raggiunge la temperatura ottimale, sotto zero, l’acqua forma dei piccoli cristalli di ghiaccio che rischiano di rendere il gelato duro e annacquato. Le proteine aggiunte intrappolano le molecole d’acqua e formano una struttura solida ma morbida allo stesso tempo.”
Ciro è ammirato. “I mastri gelatieri sono proprio bravi nel loro lavoro! Questa non è solo gastronomia: è chimica.”
Salvatore annuisce. “E sai qual è l’ingrediente più importante per un buon gelato?” “Le uova?”
“No: le uova si usano soltanto nei gusti come crema, zabaione e tiramisù. L’ingrediente fondamentale è l’aria! Le particelle di aria all’interno del gelato lo rendono soffice, leggero e addirittura meno freddo. La quantità di aria incorporata nella struttura del gelato viene definita overrun. Pensaci: solitamente un liquido ha un volume maggiore di un solido. Ma se compri un gelato in vaschetta e lo lasci fuori dal frigorifero, quando si scioglie il suo volume diminuisce perché l’aria contenuta si libera.”
“Quante cose che sai, zio! Adesso però basta con la teoria: passiamo alla pratica”.
Salvatore fa spazio a Ciro davanti al tavolo di lavoro. Il ragazzo misura le giuste quantità di ingredienti da utilizzare e le versa all’interno della gelatiera, un macchinario dotato di spatole che mescolano lentamente ma con forza.
“Ben fatto” dice Salvatore, “Questa è la base di tutti i gusti di gelato. Più tardi dividiamo l’impasto in diverse ciotole e aggiungiamo gli ingredienti che danno il sapore: nocciole, cacao, pistacchi, frutta fresca…”