Vestito rosso a pois - страница 3
Ecco. Pronto. Pare che non sia stato dimenticato nulla.
Tornava a casa più tardi del solito. Per arrivare alla periferia di Roma prendeva il metro e poi una piccola parte della strada la faceva a piedi. Il quartiere era tranquillo, nel palazzo tutti conoscono tutti.
Uno strappo da dietro, un dolore infernale alla mano destra, la mano stringe spasmodicamente il manico della borsa. Viene colpita in faccia, grida. Su un balcone appare una figura.
Sono in due a saltare sulla moto ruggente. La Polizia arriva subito dopo, ma troppo tardi.
Nessuno poteva immaginare nessuno come era ridotta. La mattina successiva avvertì la ditta che non poteva andare al lavoro per malattia. È stato molto imbarazzante per lei non poter partecipare, però sapeva che era stato preparato tutto alla perfezione e che a Dasha non sarebbe mancata la classe.
Era fisicamente insopportabile!!! Aveva paura di guardarsi allo specchio. Ma di più le pesava il rendersi conto della sua impotenza davanti al male. Passò il tempo come ci fosse stata nebbia.
Aspettava una chiamata il giorno successivo. Nessuno chiamò, la ringrazio e le domandò come stava.
Chiamò Dasha e le domandò com’era andata.
– Non lo so, – rispose Dasha, – non mi hanno invitato.
– Ma ti hanno pagato?
– No.
Vladislava rimase male, ma si affretò a garantire che tutto si sarebbe risolto quando lei fosse tornata al lavoro.
– Prego passi dal mio ufficio. Si accomodi. Come si sente? Mi dispiace che lei non stia tanto bene. Non volevo rattristarla in un periodo così delicato, ma la direzione mi ha incaricato di informarla del fatto che il suo contratto è terminato, nel periodo della sua malattia abbiamo assunto un’altra persona.
– Dovevate preavvisarmi della vostra decisione.
– Le spedimmo una lettera subito.
Dal suo tono e comportamento Vladislava capì che lui era consapevole di tutto quello che era successo.
Passarono sei mesi prima che Vladislava, donna forte e volitiva, cominciasse di nuovo a percepire il mondo. Grande fiducia nella gente e nobiltà innata si sono trasformate in sfiducia e paura. Le sue indubbie capacità organizzative e lavorative sembravano inutili, la bellezza era svanita a causa del lavoro.
Capitò l’occasione di fare dei corsi di scuola alberghiera, si iscrisse senza tanto entusiasm0. Il futuro lavoro le sembrava noioso e monotono, senza possibilità di crescita professionale. Questo la opprimeva.
Per fortuna capitò subito il posto lavorativo in un albergo vicino alla stazione ferroviaria..
Per un po’ di tempo ci perdemmo l’un l’altra di vista. Io stetti in ansia per lei. La chiamai. Mi rispose e mi disse che da poco aveva sepolto sua madre e che tutto andava male.
Io dissi tutto quello che è necessario dire in queste occasioni, fortemente convinta che tutto il male sarebbe finito. Qualcuno la cercherà in questo enorme mondo.
Traduzione Alfredo Bertollo
Are you happy?
La domanda era inaspettata nella sua semplicità e mi colpì subito.
– Are you happy? – domandò e continuò:
– Sono felice ogni minuto. Dio porta attraverso di me un messaggio di gioia, io trasferisco questo sentimento alla gente, li faccio più sereni, li libero dalla monotonia e dalla noia. Faccio quello che voglio. Questa è la mia missione.
Guarda questo tamburo. Il suo corpo è fatto da un tronco di un rarissimo albero, che mi permette di estrarre questo unico suono: tum-tum. In diverse tonalità. Tum-tum! E» coperto dalla pelle di un bufalo con una speciale lavorazione.